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Mus-e incontra Steve McCurry. “Dalla finestra……”

Questo è il tema che l’Associazione Mus-e in collaborazione con la Scuola Primaria “San Giovanni Bosco”, plesso Cascinare – ISC Sant’Elpidio a Mare, stanno sviluppando in questi mesi con i bambini e le insegnanti di classe III.

 Dalla finestra cosa vedono i bambini di oggi?

Ognuno vede il proprio paesaggio oggi e proietta in quello il proprio essere, ciò che li colpisce di più e che determinerà la loro identità e il loro essere uomini e donne di domani.

Ma ogni bambino vede gli stessi colori, le stesse linee, gli stessi volti in ogni parte del mondo?

Forse i bambini a questa età credono di sì…

E allora, come far capire loro che ogni uomo dalla sua finestra vede paesaggi, linee, colori che non appartengono ai nostri occhi…

Solo Steve McCurry con le sue foto poteva aiutarci in questo…E come non cogliere subito l’opportunità di visitare la mostra permanente alla Mole Vanvitelliana di Ancona, dove sono esposte circa 130 foto che lui ha scattato nei diversi paesi, a partire dai suoi viaggi in India e poi in Afghanistan?

Proprio da lì veniva Sharbat Gula, la ragazza che Steve ha fotografato nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che è diventata un’icona

assoluta della fotografia mondiale.

Attraverso le sue foto Steve McCurry è riuscito a farci sentire vicini alle etnie più lontane e alle condizioni sociali più disparate, mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità.

L’esperienza è stata fortemente voluta dalle insegnanti di classe Danila Fedeli e Raffaela Ercoli ed ha visto un’autentica partecipazione delle artiste Mus-e, Stefania Pietrani e Lucia De Angelis, insieme alle famiglie degli alunni.

Una visita interattiva, dinamica e coinvolgente per tutti, che è nata con l’idea di creare un ponte fra culture diverse che a volte non vogliamo incontrare, vogliamo ignorare o di cui non ne conosciamo l’esistenza; tuttavia prioritario è stato anche il desiderio di creare un legame forte tra le famiglie e la scuola per costruire quella identità di gruppo tra alunni, genitori, artiste e insegnanti e quell’integrazione che si può definire civiltà delle emozioni, dell’empatia, che nasce dall’umano “sentire”, nel senso più ampio e profondo di riconoscere e confondere (nel senso di fondere insieme) i propri e gli altrui sentimenti.