WILL YOU PAINT A POEM FOR ME? – DIARIO DEL MIO PRIMO PROGETTO ETWINNING
Sono molto soddisfatta del lavoro fatto in collaborazione con i ragazzi e i colleghi, ancora di più da qualche giorno, da quando ho ricevuto la comunicazione che esso ha superato le selezioni per il Certificato di Qualità Nazionale e ha ottenuto il Certificato di Qualità Europeo.
Bravi ragazzi. Un sentito grazie a voi e ai colleghi che mi hanno aiutato.
Descrizione del progetto
Il progetto nasce durante la mia partecipazione al multilateral seminar “Migration and Tolerance” a Vrachati, vicino Corinto, dal 17 al 18 Novembre 2016, tramite una borsa di studio eTwinning. Qui ho conosciuto e ho cominciato a collaborare con la collega Maria Chorianopoulou, docente di inglese presso la scuola media di Kamares in Grecia.
Dopo l’incontro di Vrachati la collega greca ed io abbiamo cominciato ad sperimentare il nostro Twinspace e deciso le varie attività. Il freeware Padlet, che permette la creazione di bacheche virtuali per il lavoro cooperativo, è stato la base per la maggior parte dei nostri lavori.
La prima attività è stata lo scambio degli auguri per Natale. Contestualmente abbiamo creato un Padlet dove abbiamo cominciato ad inserire notizie e curiosità rispettivi paesi. Questa bacheca è stata continuamente arricchita durante l’anno.
Le tappe seguenti sono state la costruzione di altri due Padlet: uno con le descrizioni fisiche dei ragazzi e uno con i reciproci ritratti realizzati con l’app Mybluerobot.
Successivamente, abbiamo creato una lezione trilingue sulla poesia visiva e abbiamo lavorato in classe, oltre che sulla poesia visiva stessa, sui concetti di tolleranza e conoscenza reciproca al fine di scegliere le parole con cui creare i componimenti.
I ragazzi delle due scuole hanno lavorato cooperativamente nella scelta dei termini attraverso i software Tricider e Mentimeter.
L’ultima attività è stata la creazione delle poesie visive attraverso Tagul e l’inserimento delle creazioni in un Padlet finale.
Trasversali a tutto il lavoro, l’inserimento in piattaforma delle rispettive foto di classe e l’incontro finale in videoconferenza.
Sebbene molto semplice nel suo sviluppo, il progetto mi ha permesso di insegnare la lingua inglese in modo innovativo e stimolante, motivando i ragazzi con dei compiti di realtà (come, ad esempio, quello di presentarsi scrivendo la propria descrizione fisica, per far si che gli alunni dell’altra scuola potessero creare i vari avatar) e facendo leva sulla loro naturale curiosità.
Nello svolgimento delle attività ho di volta in volta utilizzato diverse metodi e strategie: lavoro in piccolo gruppo, peer tutoring, flipped classroom, lezione frontale e ricerca individuale.
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