La Scuola media di Casette al progetto "Pietre della Memoria"
Le classi IIA e IIB della Scuola Secondaria di primo grado di Casette d’Ete hanno partecipato al Progetto-Concorso “Pietre della Memoria”, edizione 2024-2025, organizzato dall’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG).
Essendo la prima occasione di partecipazione, si è deciso di concentrarsi sullo studio del monumento ai caduti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale di Casette d’Ete e sulla ricerca di documenti originali.
In merito al monumento non ci bastava la semplice descrizione dello stesso. Se la mappatura della “pietra” doveva rappresentare veramente un momento di approfondimento storico, occorreva innanzitutto cercare di capire chi erano i nominativi ricordati: quando, dove e da chi erano nati; a quale ceto sociale appartenevano; se avevano figli e mogli; quando e dove erano morti e per quale causa; in quale reggimento combattevano e su quali fronti furono chiamati a combattere; se i loro resti sono attualmente tumulati in qualche Sacrario.
Utilizzando varie banche dati, un documento cartaceo di carattere celebrativo del 1923 e diversi siti puntualmente indicati nella scheda, abbiamo potuto, anche se non per tutti i caduti, riportare i dati suddetti. Abbiamo così scoperto che il sangue di questi “Casettari” bagnarono i più importanti teatri italiani della Grande Guerra, dall’Isonzo al Piave, dall’Altipiano dei Sette Comuni al Monte Grappa. Abbiamo immaginato la sofferenza della famiglia Olivieri, originaria di Montegranaro, che nella Grande Guerra perse ben due figli a poca distanza l’uno dall’altro. Abbiamo scoperto che alcuni deceduti della Seconda Guerra Mondiale vissero l’esperienza degli “Internati Militari Italiani”, cioè soldati del Regio Esercito che, dopo l’8 settembre del 1943, scelsero di non combattere per i tedeschi. Di uno di questi, Solitario Mariani, non censito nella banca dati ministeriale, poiché morto dopo il ritorno a casa, abbiamo ritrovato un diario tramite uno studente (non lo abbiamo ancora studiato, ma sarà uno dei nostri obiettivi di lavoro per l’anno scolastico venturo).
Il documento originale che invece abbiamo trattato compiutamente è un discorso di Angelo Macellari, reduce di Potenza Picena, e trisavolo di una nostra studentessa. Si tratta di un documento scritto nel 1948 che richiama i patimenti dei combattenti della Grande Guerra e ci fa capire, al di là di ogni semplificazione storica, che molti di loro non aderirono al Fascismo, ma furono di sentimenti schiettamente antifascisti.
In relazione ai caduti delle due guerre mondiali, è stato ritenuto importante cercare di capire i possibili luoghi di sepoltura. Si sono potuti rintracciare così tre caduti del primo conflitto mondiale in Sacrari del Nord Italia (a Schio, a Oslavia, a Nervesa della Battaglia) e due caduti delle seconda in cimiteri militari situati in Germania (Amburgo e Francoforte). Una visita accurata ai cimiteri locali potrebbe portare all’individuazione di tombe di soldati deceduti e poi riportati in territorio elpidiense.
L’attività ha condotto anche ad individuare una lastra quasi ignota e ha fatto emergere quello che appare un grossolano errore nella realizzazione del monumento del 1965. Il tutto è avvenuto un po’ casualmente. Eravamo in ricognizione per accertare le caratteristiche dei materiali usati nel monumento quando, girandoci dall’altra parte della strada, abbiamo notato sulla facciata di una casa una lastra che passa quasi inosservata: si tratta della “pietra” del 1925 che ricorda i nomi delle vittime di Casette d’Ete nella Grande Guerra. Confrontando i nomi presenti nel monumento e quelli incisi sulla lastra abbiamo constatato un’evidente discrepanza: mentre nel monumento è presente un Berdini Enrico, sulla lastra è inciso il nome di Bedetta Errico. I due cognomi sono entrami attestati a Sant’Elpidio a Mare e nello specifico a Casette d’Ete, ma un documento del 1923 relativo ai caduti elpidiensi riporta il secondo e non il primo (un Berdini Enrico è presente nelle banche dati, ma dovrebbe essere di Fermo). D’altra parte è più facile che l’errore sia stato commesso nel 1965 e non nel 1925.
Il 15 maggio le due classi hanno partecipato all’evento conclusivo che si è tenuto all’auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona, durante il quale i ragazzi hanno ricevuto l’attestato di partecipazione. Ufficialmente l’IC “Sant’Elpidio a Mare” è così diventato parte di questo percorso di esplorazione della memoria e della storia. Segnaliamo che alla manifestazione abbiamo avuto la bella sorpresa di incontrare uno storico rappresentante del nostro Istituto: il Preside Giocondo Teodori, Vicepresidente della Sezione di Fermo dell’ANMIG.
Per il futuro le idee sono molte. Come detto sopra, ci sono documenti da studiare. Vi sono altre pietre da censire e si potrebbe realizzare una mappa interattiva delle stesse. Vorremmo realizzare anche un prodotto multimediale sulla vicenda dei partigiani Mecozzi e Borraccetti trucidati dai tedeschi a Cascinare: al riguardo un paio d’anni fa realizzammo un’intervista ad una parente ancora in vita di Borraccetti che potrebbe essere la base del lavoro che abbiamo in mente. Andrebbe approfondita, se possibile, la figura del partigiano Mario Catini, nativo di Sant’Elpidio a Mare e vittima della nota strage di Sarnano.
Concludiamo questo articolo ringraziando l’ANMIG e soprattutto la Presidentessa regionale, Silvana Giaccaglia, e Pasquale Frascione, che ci hanno coinvolti con la loro passione ed energia.
Vi presentiamo il documento con il lavoro che abbiamo effettuato sullo scritto di Angelo Macellari. Per le schede sui monumenti attendiamo la pubblicazione ufficiale nel sito di "Pietre della Memoria".
Pubblicato il 16-05-2025